[05] Funzioni e Formazione degli Atteggiamenti
In questo episodio analizziamo come si formano gli atteggiamenti e le loro funzioni fondamentali nella vita sociale e personale. Sandra Catellani e il prof. Loris Vezzali esplorano esempi pratici e le dinamiche di gruppo, mostrando il ruolo degli atteggiamenti nell'adattamento, nell'identità sociale e nella costruzione dei pregiudizi.
Chapter 1
Le Funzioni degli Atteggiamenti
Sandra Catellani
Benvenuti e bentornati a “Psicologia dei gruppi”, il podcast che esplora le dinamiche sociali e psicologiche che ci accompagnano ogni giorno. Io sono Sandra Catellani, AI-journalist creata da EDUNEXT OnAIr, e con me c’è, come sempre, il professor Loris Vezzali, docente di Psicologia dei Gruppi all’Università di Modena e Reggio Emilia. Loris, ciao!
Loris Vezzali
Ciao Sandra, ciao a tutti! È sempre un piacere essere qui, anche se, lo ricordiamo, la mia voce è una “clone” digitale delle mie lezioni, quindi se ogni tanto sembro troppo didattico... sapete il perché!
Sandra Catellani
Oggi parliamo di atteggiamenti: come si formano e, soprattutto, a cosa servono.
Sandra Catellani
Loris, partiamo proprio dalle funzioni. Perché gli atteggiamenti sono così centrali nella nostra vita sociale?
Loris Vezzali
Guarda, Sandra, gli atteggiamenti sono davvero il motore delle nostre scelte quotidiane. Hanno diverse funzioni, e la prima che mi viene in mente è quella conoscitiva. In pratica, ci aiutano ad orientarci nell’ambiente: sapere se qualcosa è pericoloso, utile, o semplicemente come comportarci.
Loris Vezzali
Pensa a quando vediamo un ragno: l’atteggiamento di paura, in fondo, ci protegge.
Sandra Catellani
Quindi, è come se gli atteggiamenti fossero una specie di bussola interna, giusto?
Loris Vezzali
Esatto! E poi c’è la funzione strumentale: gli atteggiamenti ci aiutano a raggiungere obiettivi. Se voglio diventare educatore, ad esempio, devo maturare un atteggiamento positivo verso lo studio e verso le persone che aiuterò. È un modo per facilitare il percorso verso i nostri traguardi, sia a breve che a lungo termine.
Sandra Catellani
Mi viene in mente un caso che ho raccontato nella mia rubrica tech: un gruppo di studenti che, grazie a un atteggiamento condiviso sul rispetto digitale, ha migliorato la coesione e la collaborazione in classe.
Sandra Catellani
È un esempio di come l’atteggiamento possa davvero cambiare il clima di un gruppo.
Loris Vezzali
Assolutamente, e qui tocchiamo anche la funzione di identità sociale. Gli atteggiamenti ci aiutano a sentirci parte di un gruppo, a rafforzare la nostra autostima e a esprimere i nostri valori. Se mi identifico con una squadra sportiva, ad esempio, avrò un atteggiamento positivo verso i suoi valori e i suoi membri. E questo vale anche per i contesti educativi, come dicevi tu.
Sandra Catellani
E poi c’è la funzione difensiva, vero? Quella che ci aiuta a gestire ansie e incertezze, magari razionalizzando le nostre paure o evitando situazioni che percepiamo come minacciose.
Loris Vezzali
Sì, la funzione ego-difensiva è fondamentale. Gli atteggiamenti ci permettono di tenere a bada le nostre insicurezze, di proteggerci psicologicamente. E, infine, c’è la funzione di espressione dei valori: attraverso gli atteggiamenti mostriamo agli altri chi siamo e cosa conta per noi, che sia la protezione degli animali, i diritti civili o il rispetto delle regole digitali.
Sandra Catellani
Insomma, gli atteggiamenti sono un po’ il filo rosso che collega il nostro modo di pensare, sentire e agire, sia nella vita privata che in quella professionale.
Sandra Catellani
E spesso, come abbiamo visto anche negli episodi precedenti, sono alla base delle dinamiche di gruppo e delle scelte collettive.
Loris Vezzali
Sì, e non dimentichiamo che studiare gli atteggiamenti ci aiuta anche a capire come intervenire quando qualcosa non funziona, ad esempio quando uno studente ha difficoltà a integrarsi in classe. Capire la funzione degli atteggiamenti è il primo passo per trovare soluzioni efficaci.
Chapter 2
La Formazione degli Atteggiamenti: Esperienza e Apprendimento
Sandra Catellani
A questo punto, Loris, viene spontaneo chiedersi: come si formano questi atteggiamenti? Sono innati, si apprendono, o è un mix delle due cose?
Loris Vezzali
Domanda perfetta, Sandra. Gli atteggiamenti possono formarsi sia tramite esperienza diretta sia tramite apprendimento sociale. L’esperienza diretta è quando viviamo qualcosa in prima persona: se ho avuto una bella esperienza con un gruppo, tenderò ad avere un atteggiamento positivo verso quel gruppo. Ma spesso apprendiamo anche dagli altri: amici, famiglia, media, persino influencer sui social.
Sandra Catellani
Quindi, se vedo un influencer che viene premiato per un certo comportamento, potrei sviluppare un atteggiamento positivo verso quel comportamento, anche se non l’ho sperimentato direttamente?
Loris Vezzali
Esattamente! È quello che Bandura chiamava apprendimento sociale. E poi c’è il ruolo della semplice esposizione: più siamo esposti a uno stimolo, più ci diventa familiare e, spesso, più lo valutiamo positivamente. Ma attenzione, se lo stimolo è percepito come negativo, l’esposizione può rafforzare un atteggiamento negativo.
Sandra Catellani
E qui entrano in gioco anche i media, che possono influenzare in modo potente i nostri atteggiamenti, soprattutto verso i gruppi minoritari o svantaggiati.
Sandra Catellani
Loris, tu hai lavorato su questo tema con il progetto “Quasi Amici”, giusto?
Loris Vezzali
Sì, esatto. Nel progetto “Quasi Amici” abbiamo visto che l’esposizione a esperienze positive con persone appartenenti a gruppi minoritari può cambiare gli atteggiamenti, anche quelli impliciti. Ad esempio, contatti piacevoli e ripetuti con persone con disabilità hanno portato a un cambiamento positivo degli atteggiamenti, spesso senza che le persone se ne rendessero conto.
Sandra Catellani
E poi ci sono i processi di condizionamento classico e operante: se un oggetto neutro viene associato a qualcosa di positivo, finiamo per valutarlo positivamente.
Sandra Catellani
O, al contrario, se un comportamento viene premiato, tendiamo a sviluppare un atteggiamento favorevole verso di esso.
Loris Vezzali
Sì, e non dimentichiamo il ruolo dei gruppi di appartenenza. Spesso assumiamo gli atteggiamenti che percepiamo come tipici del nostro gruppo, per mantenere coerenza e sentirci parte della comunità. E qui, come dicevamo anche in altri episodi, la pressione del gruppo può essere fortissima, a volte anche più dell’esperienza personale.
Sandra Catellani
Quindi, in sintesi, gli atteggiamenti si formano attraverso un mix di esperienza diretta, apprendimento dagli altri, esposizione ai media e appartenenza ai gruppi.
Sandra Catellani
E la forza di questi atteggiamenti dipende molto da quanto sono radicati nella nostra esperienza personale o nel nostro senso di identità.
Loris Vezzali
Esatto, e più un atteggiamento nasce da un’esperienza diretta, più sarà resistente al cambiamento. Ma anche quelli appresi socialmente possono diventare molto forti, soprattutto se interiorizzati e integrati nel nostro sistema di valori.
Chapter 3
Atteggiamenti, Gruppi e Pregiudizi
Sandra Catellani
E qui arriviamo a un tema delicato: il legame tra atteggiamenti, appartenenza ai gruppi e pregiudizi.
Sandra Catellani
Loris, come si sviluppano i pregiudizi all’interno dei gruppi?
Loris Vezzali
Beh, spesso i pregiudizi nascono proprio dal bisogno di rafforzare la nostra identità sociale. Se il mio gruppo ha un atteggiamento negativo verso un altro gruppo, tenderò ad assumere lo stesso atteggiamento, anche solo per sentirmi parte del mio gruppo. E qui entrano in gioco sia il condizionamento classico che quello operante: se vengo premiato per aver sostenuto una certa opinione, la farò mia più facilmente.
Sandra Catellani
E nei contesti digitali, questo si amplifica. Penso a come i bias nei media digitali possano rafforzare stereotipi e pregiudizi, anche in modo implicito.
Sandra Catellani
Mi ricordo un caso in cui un gruppo online ha iniziato a escludere certi membri solo perché “diversi”, e la cosa si è diffusa velocemente proprio grazie alla pressione del gruppo e alla ripetizione di certi messaggi.
Loris Vezzali
Sì, la familiarità e l’identificazione giocano un ruolo chiave. Più ci sentiamo simili agli altri membri del nostro gruppo, più interiorizziamo i loro atteggiamenti, anche quando si tratta di pregiudizi. E spesso non ce ne rendiamo nemmeno conto: è un processo automatico, che può essere difficile da scardinare.
Sandra Catellani
Ecco perché è importante lavorare sulla consapevolezza e sull’esperienza diretta, come dicevi prima. Solo così possiamo davvero cambiare atteggiamenti e ridurre i pregiudizi, sia nei contesti scolastici che digitali.
Loris Vezzali
Esatto. E anche se non c’è una formula magica, conoscere questi meccanismi ci aiuta a intervenire in modo più efficace, sia come educatori che come cittadini digitali.
Sandra Catellani
Siamo quasi in chiusura, Loris. Proviamo a lasciare ai nostri ascoltatori tre messaggi chiave da portare a casa?
Loris Vezzali
Volentieri! Primo: gli atteggiamenti guidano il nostro comportamento e sono fondamentali per l’adattamento sociale.
Loris Vezzali
Secondo: si formano attraverso esperienza diretta, apprendimento sociale e appartenenza ai gruppi.
Loris Vezzali
Terzo: essere consapevoli dei meccanismi che portano ai pregiudizi è il primo passo per superarli.
Sandra Catellani
E aggiungerei tre spunti di riflessione:
Sandra Catellani
Quanto i nostri atteggiamenti sono davvero “nostri” e quanto invece li abbiamo assorbiti dal gruppo? In che modo i media digitali influenzano le nostre opinioni senza che ce ne accorgiamo?
Sandra Catellani
E, infine, come possiamo promuovere atteggiamenti più inclusivi nella vita di tutti i giorni?
Loris Vezzali
Domande fondamentali, Sandra. E sono sicuro che torneremo su questi temi nei prossimi episodi, magari con qualche esempio ancora più concreto.
Sandra Catellani
Grazie Loris, e grazie a chi ci ha seguito fin qui.
Sandra Catellani
Continuate a seguirci su “Psicologia dei gruppi”, perché il viaggio nella mente collettiva è appena iniziato. Alla prossima!
Loris Vezzali
Ciao Sandra, ciao a tutti! A presto!
