Psicologia dei gruppi

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[06] Atteggiamenti e Comportamenti nei Gruppi

In questo episodio, Sandra Catellani e il professor Loris Vezzali esplorano il legame tra atteggiamenti e comportamenti nei gruppi. Attraverso esempi concreti e le principali teorie psicologiche, scopriamo come intenzioni, motivazioni e norme sociali influenzano le nostre azioni e identità.


Chapter 1

Atteggiamenti che guidano l’azione

Sandra Catellani

Bentrovati a un nuovo episodio di Psicologia dei gruppi! Io sono Sandra Catellani, AI-journalist creata da EDUNEXT On AIr, e con me c’è, come sempre, il professor Loris Vezzali, docente di Psicologia dei Gruppi al Corso di Laurea in Digital Education dell’Università di Modena e Reggio Emilia.

Loris Vezzali

Ciao Sandra, ciao a tutti! Mi sono quasi abituato alla mia voce clonata. Ricordate però che i contenuti delle discussioni fra me e Sandra sono generati da un sistema di intelligenza artificiale ma sono tratti da lezioni che realmente il mio vero me ha registrato.

Sandra Catellani

È sempre bene ricordarlo, Loris!

Sandra Catellani

Oggi parliamo di come gli atteggiamenti influenzano i nostri comportamenti nei gruppi. Un tema che, secondo me, ci riguarda tutti, anche in quelle piccole scelte quotidiane che magari non notiamo nemmeno.

Loris Vezzali

Sì, è proprio così. Gli atteggiamenti possono guidare il comportamento sia in modo diretto che indiretto. A volte agiamo quasi senza pensarci, altre volte invece c’è una riflessione dietro.

Loris Vezzali

Prendiamo un esempio molto semplice. Una persona ha atteggiamenti negativi verso i ragni. Senza pensarci troppo, appena ne vede uno scappa via.

Loris Vezzali

È un comportamento automatico, guidato direttamente dall’atteggiamento.

Sandra Catellani

Io, per esempio, con i piccioni! Ma tornando a noi, non sempre però l’atteggiamento si traduce in azione, giusto?

Loris Vezzali

Esatto. Anche se ho un atteggiamento negativo verso il mio capo, difficilmente vado a insultarlo, perché ci sono motivazioni pratiche che mi frenano. Quindi, bisogna capire quando e come l’atteggiamento porta davvero al comportamento.

Loris Vezzali

Un caso interessante è quello di uno studio fatto negli Stati Uniti dopo l’11 settembre. Gli studenti ricevevano per errore una mail destinata a una persona araba o europea che aveva vinto una borsa di studio.

Loris Vezzali

Pochissimi studenti hanno rimandato la mail al destinatario corretto per avvisare dell'opportunità di ricevere la borsa di studio. Tra questi, quelli con pregiudizi più forti verso gli arabi erano ancora meno propensi ad aiutare.

Loris Vezzali

In questa ricerca è chiaro che l’atteggiamento negativo ha portato a un comportamento intenzionale: non aiutare una persona di un gruppo discriminato.

Sandra Catellani

Quindi, a volte l’atteggiamento agisce in modo automatico, altre volte invece c’è una scelta consapevole, magari anche influenzata da norme sociali o dal contesto. E poi, come dicevi, la nostra attenzione e interpretazione degli eventi sono già filtrate dagli atteggiamenti che abbiamo, no?

Loris Vezzali

Sì, assolutamente. Gli atteggiamenti focalizzano la nostra attenzione su ciò che conferma quello che già pensiamo e distorcono le interpretazioni. Se una persona non ci sta simpatica, tenderemo a notare solo i suoi comportamenti negativi e a ignorare quelli positivi, soprattutto se le informazioni sono ambigue. Così si rinforza l’atteggiamento iniziale.

Chapter 2

Il ruolo delle norme e della self-efficacy

Sandra Catellani

Ecco, Loris, hai accennato al fatto che non sempre l’atteggiamento basta: entrano in gioco anche altri fattori. Qui entra la famosa Teoria dell’Azione Ragionata, giusto?

Loris Vezzali

Sì, la Teoria dell’Azione Ragionata, e la sua evoluzione, la Teoria del Comportamento Pianificato, spiegano bene i comportamenti volontari. Qui il passaggio da atteggiamento a comportamento non è automatico: c’è una mediazione cognitiva, cioè ragioniamo prima di agire.

Loris Vezzali

L'elemento chiave è l’intenzione: sono le intenzioni a prevedere il comportamento. E queste intenzioni sono determinate da tre cose: l’atteggiamento verso il comportamento, le norme soggettive e la self-efficacy, cioè la percezione di essere in grado di fare quella cosa.

Sandra Catellani

Quindi, se penso che fare sport sia positivo, tutti i miei amici lo fanno e mi sento capace di farlo, è più probabile che io inizi davvero. Ma se penso di non farcela, magari rimando sempre a domani…

Loris Vezzali

Esatto! E qui entra in gioco anche la specificità: più l’atteggiamento e l’intenzione sono specifici, più è facile che si traducano in comportamento.

Loris Vezzali

Se il mio atteggiamento è “mi piace studiare”, è generico. Ma se è “oggi pomeriggio studio psicologia sociale perché l’esame è vicino”, allora è molto più probabile che io lo faccia davvero.

Loris Vezzali

Le norme, cioè quello che fanno o si aspettano gli altri, e la self-efficacy, cioè il sentirsi capaci, sono fondamentali. Se penso che tutti studiano e che ce la posso fare, l’intenzione diventa più forte.

Sandra Catellani

Quindi, la pianificazione è importante. E anche la flessibilità: magari pianifico di studiare, ma poi succede qualcosa e cambio programma. È un processo dinamico, non una linea retta.

Loris Vezzali

Sì, la pianificazione è centrale, ma bisogna essere pronti a cambiare in corso d’opera. E non dimentichiamo che le emozioni giocano un ruolo chiave, ma su questo magari ci torniamo dopo.

Chapter 3

Comportamento, identità e strategie di impressione

Sandra Catellani

Prima di arrivare alle emozioni, c’è un altro aspetto che mi incuriosisce: il modo in cui cerchiamo di apparire agli altri. Le strategie di autopresentazione, no? Io, per esempio, confesso che ho comprato la t-shirt con il logo del corso solo per sentirmi parte della community universitaria… e all’inizio neanche mi piaceva!

Loris Vezzali

Ma guarda, Sandra, è un esempio perfetto! Spesso adottiamo certi comportamenti per fare buona impressione agli altri, per sentirci accettati dal gruppo. Magari compriamo oggetti di moda, ci facciamo un tatuaggio perché lo hanno tutti i nostri amici.

Loris Vezzali

Questi comportamenti servono a rafforzare la nostra identità sociale: vogliamo sentirci parte di un gruppo, e a volte finiamo anche per cambiare il nostro atteggiamento verso quegli oggetti o comportamenti, proprio per mantenere coerenza con le nostre scelte.

Sandra Catellani

Quindi, non solo l’atteggiamento guida il comportamento, ma a volte è il comportamento che cambia l’atteggiamento, per sentirci coerenti e a nostro agio nel gruppo. È un po’ come dire: “Se l’ho fatto, allora mi piace davvero”, anche se all’inizio non era così.

Loris Vezzali

Esatto, e questo soddisfa anche bisogni di relazione e di identità sociale. È un meccanismo molto umano, che ci aiuta a stare bene con gli altri e con noi stessi.

Chapter 4

Il ruolo delle emozioni nei comportamenti di gruppo

Sandra Catellani

Ecco, torniamo alle emozioni, che hai citato prima. Spesso pensiamo che le nostre scelte siano razionali, ma in realtà le emozioni sono una parte fondamentale sia degli atteggiamenti che dei comportamenti, vero?

Loris Vezzali

Sì, le emozioni sono una delle tre componenti degli atteggiamenti: c’è la parte cognitiva, quella affettiva, cioè le emozioni, e quella comportamentale. Le emozioni contribuiscono fortemente alle intenzioni e alla motivazione verso un certo corso d’azione. Se provo emozioni positive verso un’attività, sarò più motivato a farla; se invece provo emozioni negative, magari la evito o addirittura scappo, come nel caso dei ragni di prima. E questo vale anche nei gruppi: le emozioni condivise possono rafforzare o indebolire certi comportamenti collettivi.

Sandra Catellani

E tutto questo rende il processo molto flessibile: possiamo cambiare idea, modificare i nostri atteggiamenti e comportamenti in base alle emozioni, alle esperienze e al contesto. Non siamo robot, insomma!

Loris Vezzali

No, per fortuna! E proprio questa flessibilità ci permette di adattarci, di pianificare, ma anche di cambiare strada se serve. Le emozioni, insieme a motivazione e capacità, sono davvero il motore delle nostre azioni nei gruppi.

Sandra Catellani

Allora, prima di salutarci, vi lascio tre messaggi da portare a casa.

Sandra Catellani

Primo, gli atteggiamenti non sempre portano direttamente al comportamento, ma lo influenzano in modo complesso.

Sandra Catellani

Secondo, le intenzioni, le norme e la self-efficacy sono fondamentali per capire perché agiamo.

Sandra Catellani

Terzo, le emozioni sono il collante che tiene insieme tutto questo e ci rende umani.

Loris Vezzali

E io vi lascio tre spunti di riflessione: provate a pensare a un vostro comportamento recente e chiedetevi quale atteggiamento lo ha guidato; riflettete su come le norme del vostro gruppo influenzano le vostre scelte; e infine, osservate come le emozioni vi spingono ad agire o a evitare certe situazioni.

Loris Vezzali

Grazie Sandra, è sempre un piacere!

Sandra Catellani

Grazie a te, Loris, e grazie a chi ci ha seguito! Continuate a seguirci su Psicologia dei gruppi, perché nelle prossime puntate esploreremo ancora più a fondo questi temi. Alla prossima!

Loris Vezzali

Ciao Sandra, ciao a tutti!